If I had one wish in this godforsaken world, kids
It’d be that your mistakes will be your own
Your sins will be your own…
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Se avessi un solo desiderio in questo mondo sperduto, ragazzi
Sarebbe che i vostri sbagli siano soltanto vostri
I vostri peccati soltanto vostri…
Bruce Springsteen – Long Time Comin’
In occasione della Festa del Papà ci piace condividere un estratto dall’autobiografia di un uomo che ha fatto la storia del Rock, ma che soprattutto ha condiviso con tutti noi la sua personale storia di figlio di un genitore che ha attraversato l’esperienza della sofferenza psichica. Ma ha fatto molto di più: ha aperto il suo cuore per raccontare a ognuno di noi quando lui stesso si è trovato a navigare in simili acque, ha teso una mano ed è salito a bordo di una scialuppa chiamata “aiuto professionale”, iniziando a prendersi cura del suo sé ferito, facendosi aiutare da uno psicoterapeuta prima e da uno psichiatra poi. Tutto questo superando la vergogna e i preconcetti che ancora abbiamo su quanto questo sia indice di debolezza e di non essere “veri uomini”. Springsteen ha invece dimostrato quanto intraprendere un viaggio all’interno di sé stessi, scegliere di affidarsi a qualcuno di competente siano al contrario azioni coraggiose e preziose per la nostra stessa vita, al di là di ogni pregiudizio.
Lo abbiamo letto nella sua bellissima biografia, “Born To Run”, pubblicata da Mondadori. E siamo molto grati a una vera leggenda della musica, amata in tutto il mondo, per aver aperto il suo cuore a dimostrazione che restituire la parola a questi mondi sommersi è l’unica strada possibile per non esserne travolti. E per lasciare preziosi semi di cambiamento per le generazioni future. Grazie, Bruce, Fratello dell’Anima! Ma, adesso, lasciamo che sia lui a parlare, a guidarci nel suo mondo.
“My Father’s House” è probabilmente la canzone migliore che abbia mai scritto su mio padre, ma la sua conclusione non mi soddisfaceva. In “Long Time Comin'” parlo di ciò che desidero per i miei figli. Se vogliamo rendere onore ai nostri genitori, dobbiamo imparare ad andare oltre gli aspetti più complicati del nostro rapporto con loro. Ecco perché avevo stabilito che la somma dei problemi miei e di mio padre non equivaleva alla somma delle nostre vite.
L’analisi ti insegna a trasformare i fantasmi che ti perseguitano in progenitori che ti accompagnano. E’ un duro lavoro che richiede molto amore, ma solo così possiamo alleviare il peso sulle spalle dei nostri figli. Concentrarci sulla nostra esperienza, sulla quota d’amore, problemi, difficoltà e – se ci va bene – trascendenza a noi riservata, è l’unico modo per rivendicare la nostra identità di figli e figlie, anime indipendenti sul nostro pezzetto di Terra. Non sempre è possibile, ci sono vite irrecuperabili e peccati inespiabili, ma il mio augurio a voi come a me è di riuscire a voltare pagina. […]
Mio padre voleva che scrivessi un finale diverso per la nostra storia. E’ da allora che ci provo, ma storie come questa non hanno fine. […] Se continua a essere raccontata è perché, oltre ai semi del proprio sacrificio, la storia contiene anche quelli della rinascita, un destino diverso per chi la ascolta rispetto a quello doloroso con il quale eravamo alle prese io e mio padre.
Poco a poco dalla vecchia storia ne emerge una nuova, una storia di segno differente, costruita sull’esperienza travagliata di chi è venuto prima di noi e capace di scavalcare le carcasse del passato. Nelle giornate buone è così che viviamo. E’ l’amore. E’ la vita. La possibilità di trovare radici, sicurezza e nutrimento nella nuova stagione.
Bruce Springsteen, “Born To Run”, 2016, Mondadori
L’altra notte ho sognato che ero bambino
lì fuori dove i pini crescono alti e mastodontici
stavo cercando di tornare a casa
attraverso la foresta prima che calasse la notteSentivo il vento correre tra gli alberi
e voci spettrali si alzavano dai campi
ho corso con il cuore che mi batteva
giù per quel sentiero dissestato
con il diavolo che mi braccava alle calcagnaSbucai fuori dagli alberi, e lì nella notte
la casa di mio padre era lì che brillava e risplendeva
i rami e i rovi mi strappavano gli abiti
e mi graffiavano le braccia
ma ho corso fino a che non sono caduto
tremante nelle sue bracciaMi sono svegliato e ho ripensato
che le cose che ci hanno allontanato
non ci allontaneranno di nuovo, signore
l’uno dal cuore dell’altro
mi sono vestito
e ho guidato verso quella casa
dalla strada potevo vedere
la luce accesa dalla finestra.Ho fatto i gradini e mi sono fermato
nella veranda una donna che non ho riconosciuto
è arrivata e mi ha parlato
attraverso una porta chiusa da una catenella
le ho raccontato la mia storia
e le ho detto per chi ero venuto
lei disse “Scusa, figliolo, ma nessuno
con quel nome abita più qui”La casa di mio padre brilla e risplende
e si erge come un faro
che mi chiamava nella notte
chiama e chiama, così fredda e solitaria
risplende oltre questa scura autostrada
dove giacciono inespiati i nostri peccati”.(Traduzione a cura di Francesco Komd, dal sito Infiniti Testi)